Spesso, nei bambini con autismo sono presenti disturbi nel controllo degli sfinteri, con emissione completa e incontrollata di urina (enuresi) o di feci (encopresi), anche dopo che sia trascorso il periodo nel quale dovrebbero avere acquisito questo tipo di autonomia (tre - quattro anni). Il controllo delle feci e delle urine, nei bambini con sintomi di autismo, avviene a un’età nettamente superiore, rispetto a quanto avviene sia nei bambini normali sia nei bambini che presentano lievi disturbi psicologici. Per quanto riguarda le cause, è noto quanta influenza abbia su questi disturbi il benessere o il malessere interiore. Ciò conferma la presenza di un notevole stato di tensione interiore, ma anche d’immaturità, che rallenta, altera o rende difficili queste importanti funzioni.
L’enuresi e l’encopresi possono essere primarie quando questo controllo non si acquisisce all’età fisiologica oppure secondarie quando questo controllo, che si era già conquistato, si perde in un momento successivo. Poiché i problemi del bambino con sintomi di autismo sono precoci, molto spesso entrambe queste incontinenze sono primarie. In alcuni casi, sia l’enuresi sia l’encopresi sono attuati volontariamente, quando il bambino vuole manifestare il suo disappunto nei confronti dei genitori o degli adulti dai quali non si sente capito e accettato. In questi casi egli può presentare anche un atteggiamento provocatorio, per cui esibisce la biancheria sporca, mostrandosi insensibile alle osservazioni e ai rimproveri.
Questi comportamenti sono notevolmente invalidanti, poiché spesso allontanano sia i coetanei sia gli adulti dal contatto e dal rapporto con questi bambini, a causa del cattivo odore che da essi emana. Possono altresì peggiorare il rapporto con i genitori, poiché questi, soprattutto la madre, sono costretti a impegnarsi frequentemente nella pulizia sia del bambino sia dei suoi indumenti. Ciò, a lungo andare, può accentuare il distacco e i conflitti tra i genitori e il loro figlio, a causa delle continue sgradevoli incombenze che questi procura loro. Il bambino diventa agli occhi dei suoi genitori sempre più un bambino “brutto e cattivo”, poiché fa i suoi bisogni fisiologici nei modi e nei tempi meno opportuni, che costringono i genitori a continue operazioni poco piacevoli e laboriose.
È evidente come i bambini con sintomi di autismo che continuano a presentare enuresi ed encopresi, essendo investiti da sentimenti e reazioni negative da parte dei familiari e dei compagni, tenderanno a vivere questa loro condizione con ansia, paura, senso di colpa e d’indegnità. La qual cosa non potrà che peggiorare il quadro clinico generale.
In alcuni casi, invece, l’urina o le feci possono essere trattenute per molto tempo a causa della paura o di altre particolari istanze interiori. Come racconta la Williams: ‹‹In quel periodo avevo molta paura di andarci: trattenevo l’urina per quella che mi sembrava un’eternità e poi andavo, un attimo prima di farla dov’ero. Talvolta la trattenevo per cinque giornate intere, fino ad essere così gonfia da vomitare bile››.[1]
Poiché il bambino con disturbi dello spettro autistico, così come i bambini piccoli, non è psicologicamente maturo per essere educato a questa funzione, spesso le tecniche normalmente utilizzate per i bambini normali non sono adeguate. Pertanto il nostro impegno dovrà essere rivolto a migliorare il mondo interiore di questi bambini e ad aiutare la loro crescita affettivo-relazionale mediante degli interventi psicologici rivolti sia alla famiglia che ad essi.
[1] Williams D. (2013), Nessuno in nessun luogo, Roma, Armando Editore, p. 12.
Tratto dal libro di Emidio Tribulato: "Bambini da liberare - Una sfida all'autismo".
Seguici sulla pagina del gruppo "Autismo" relazione - affettività - ambiente
.