Bambini da educare

      Bambini da liberare

Contattaci

postmaster@cslogos.it    + 39 09046920 - 3779673886

pexels-pixabay-235554.jpeg

Pseudo-autismo da fattori ambientali o Difficoltà dello Sviluppo Reattiva Transitoria.

04-07-2023 10:51

Gianmaria Benedetti

AUTISMO, autismo e pseudo autismo,

Pseudo-autismo da fattori ambientali o Difficoltà dello Sviluppo Reattiva Transitoria.

La presenza di sintomi di autismo può essere collegata a determinate situazioni ambientali., per cui si dovrebbe usare la dizione di pseudo - autismo..

 

Sindrome di difficoltà dello sviluppo reattiva transitoria.

Mi sembra opportuno e importante segnalare la possibilità di usare il termine 'pseudo-autismo', per indicare in generale le situazioni con sintomi 'autistici' che sembrano essere associate a determinati fattori ambientali, identificando così una nuova sindrome reattiva e potenzialmente transitoria se trattata per tempo, distinta dallo 'Spettro Autistico', che si potrebbe chiamare Sindrome di difficoltà dello sviluppo reattiva transitoria, o sindrome pseudoautistica, o s. simil-autistica (nuova nel senso che finora non se ne parla e non viene diagnosticata se non in pochi ambiti).
Questa diagnosi dovrebbe essere utilizzata in bambini nel secondo e terzo anno di vita con segni e sintomi di difficoltà dello sviluppo psichico precoce che presentano anche fattori ambientali di rischio, invece che utilizzare la diagnosi di Disturbi dello Spettro Autistico. I test in uso, come l'ADOS e altri, non distinguono fra loro queste situazioni, che sono quindi identificabili solo dalla presenza dei fattori ambientali e dall'assenza di cause mediche specifiche.

I sintomi sono quelli di un arresto o di un rallentamento dello sviluppo psichico e relazionale con inizio solitamente nel secondo anno di vita, con una diminuzione nell'interesse del bambino per le persone, una riduzione delle comunicazioni e del contatto sociale, un umore più chiuso con reazioni marcate alle frustrazioni, difficoltà del sonno, ed altri.

I segni di fattori ambientali di rischio possono essere diversi, oltre all' eccessiva esposizione alla televisione o tablet o smartphone ( quando questo fattore è prevalente è stato usato appunto il termine ‘screenitis’, cioè ‘schermite’, da ‘schermo’ di televisore tablet o smartphone, vedi se nota 1), ad esempio l’allattamento al seno protratto oltre i 15 - 18 mesi (che nella mia esperienza ho trovato spesso associato a ritardo del linguaggio e dello sviluppo), un isolamento sociale familiare e in particolare della coppia madre figlio, per lontananza da famiglie di origine, turni lavorativi e in questo periodo per la riduzione dei contatti dovuta alle chiusure da pandemia Covid19, malattie o difficoltà di un genitore, e altri.
Non sono verosimilmente i singoli fattori in sè ad essere causa scatenante, ma piuttosto è l'insieme di più fattori combinati che, oltre a una certa 'soglia di resilienza' variabile del bambino, può produrre una situazione critica.

Questi bambini vengono attualmente confusi con altri e messi indistintamente nel calderone dei 'disturbi dello Spettro Autistico', con tutti i rischi che ciò comporta e che si sono concretizzati nel modo più tragico nell’episodio di figlicidio/suicidio a Treviso (vedi) . E' molto importante invece riconoscere questa sindrome ed evitare che sia confusa con quelle dello Spettro Autistico, perchè la sua prognosi è nettamente migliore e l’intervento è molto diverso, rivolgendosi più alla famiglia che al bambino. Sia i pediatri che gli specialisti che i genitori stessi e gli operatori coinvolti dovrebbero tenerne conto per la grave responsabilità e le gravi conseguenze di un errore diagnostico.

Di solito questa sindrome sfugge all’attenzione perché i criteri diagnostici attualmente utilizzati in neuropsichiatria infantile non tengono sufficientemente in considerazione gli aspetti ambientali di cura e accudimento come recentemente raccomandava anche l’editoriale di una importante rivista internazionale (Luby J.L., Child Psychology and Psychiatry, 61,4,2020).

E’ importante riconoscere questa sindrome anche per evitare l'avvio delle procedure diagnostiche adottate per lo Spettro, così come degli interventi riabilitativi (sbagliati) conseguenti, perché tutto ciò può provocare un peggioramento della situazione e un aggravamento dei sintomi di isolamento e rifiuto da parte del bambino. Questo peggioramento può essere considerato di origine iatrogena per l’effetto negativo dell'errore diagnostico e di tali interventi non indicati, con le responsabilità connesse. In particolare il danno può essere dovuto alle conseguenze traumatiche della diagnosi di Spettro Autistico sui genitori e sul loro rapporto con il figlio.

La diagnosi di Spettro Autistico, anche solo come ‘sospetto’, insieme alle indicazioni di trattamento, inducono infatti non raramente una modifica traumatica dei loro atteggiamenti verso il bambino, la perdita di serenità, spontaneità e naturalezza e l’adozione di modalità di rapporto col bambino cariche di ansia e incongrue. Come conseguenza si assiste infatti spesso a un ‘bombardamento’ del bambino stesso con pretesi 'stimoli' e continue richieste innaturali e prove e verifiche in un circolo vizioso che aumenta l’ansia dei genitori e il disagio del bambino producendo un peggioramento del contatto e dell'interazione. Inoltre, come è noto (Zappella, Bambini con l'etichetta, Feltrinelli 2021) molti genitori reagiscono alla diagnosi di autismo con una depressione anche grave che può indurre atti inconsulti, come quello sopra ricordato, oltre che deformare il loro rapporto con il bambino.

Se riconosciuta invece per tempo come sindrome reattiva e potenzialmente transitoria, l'effetto traumatico dovrebbe essere evitato e un intervento opportuno può portare a modifiche ambientali che facilitano il superamento della crisi e la ripresa dello sviluppo in tempi abbastanza brevi.

L’intervento indicato in questi casi unisce il cambiamento ragionato e progressivo degli aspetti ambientali che possono ostacolare la crescita ( l'esposizione a schermi tv, tablet e smartphone, l'allattamento protratto al seno, il dormire insieme, il bombardamento di 'stimoli' incongrui, l’isolamento della coppia madre-bambino e altri) all’osservazione del bambino insieme ai genitori, possibilmente con un setting tipo quello della modalità di interazione chiamata "Guardami Giocare" ( Jenifer Wakelin, Tavistock Institute, Londra; Aippi, Milano), sovrapponibile al Gioco Libero Autogestito di E Tribulato, o altre modalità rispettose sia del bambino che dei genitori, per un periodo variabile ma di solito di pochi mesi. Gli incontri possono essere di frequenza variabile, una o più volte la settimana all'inizio, e poi diradarsi successivamente a seconda della risposta all'intervento. Nella mia esperienza è possibile attuarli anche come consulti on line, a distanza.
Solitamente nel giro di qualche mese è possibile osservare una ripresa dello sviluppo, dato che conferma la diagnosi di una crisi di sviluppo da cause ambientali.

Può far parte di questa sindrome anche il quadro, conosciuto da tempo, del cosiddetto 'autismo istituzionale', cioè della sindrome di ritardo e alterazioni dello sviluppo riscontrata in bambini vissuti nei primissimi tempi di vita in istituto e poi adottati. Anche questi bambini spesso non vengono distinti dai 'bambini autistici' tout court, erroneamente. Era stato riconosciuto che si poteva trattare di casi di 'simil-autismo', più che di reale autismo: più correttamente direi che possono far parte della sindrome di 'pseudo-autismo' da fattori ambientali.

Nota 1 Recentemente mi è stato segnalato l'uso della diagnosi di ‘pseudo-autismo’, o ‘schermite’, (screenitis in inglese, da screen , schermo), in bambini piccoli con difficoltà varie dello sviluppo psico-relazionale, esposti eccessivamente alla televisione e altri schermi ( tablet, smartphone), mettendo quindi in diretta relazione un fattore ambientale, l'esposizione agli schermi, con un quadro clinico di ritardo dello sviluppo. Inoltre la rivista scientifica JAMA pediatrics
ha recentemente ospitato vari articoli sull'argomento autismo e televisione suscitando interesse e stabilendo la necessità di studiare approfonditamente l'argomento.
In particolare questo articolo esamina l'insorgenza di sintomi autistici , valutati con gli abituali test tipo M-CHAT, in connessione con il tempo passato davanti a schermi televisivi o altri, riscontrando risultati significativi.

 

Da https://gbenedetti.altervista.org/?q=node/473