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L'ambiente di vita fisico del bambino

25-07-2023 11:46

Emidio Tribulato

Prevenzione,

L'ambiente di vita fisico del bambino

L'ambiente fisico nel quale i minori vivono si è modificato notevolmente.

 

Le case

L’ambiente fisico nel quale vivono i minori si è, negli ultimi decenni, modificato nel bene e nel male, in maniera sostanziale. 

Le abitazioni sono diventate più ampie, più salubri, più pulite, ma soprattutto si sono notevolmente arricchite di elettrodomestici e di numerosi strumenti di intrattenimento e di cultura. Non è raro trovare nelle abitazioni di oggi un televisore in ogni stanza e più di un computer a disposizione degli abitanti. 

Per non parlare dei vari cellulari, Notebook, playstation, smartphone, tablet, e svariati lettori. A ciò bisogna aggiungere le varie consolle di videogiochi, stampanti e altri strumenti tecnologici oltre, naturalmente, una quantità impressionante di giocattoli. 

Anche l’arredamento è notevolmente più ricco, colorato, vario e pulito. Spesso i bambini o l’unico bambino della casa, ha a disposizione una sua stanzetta perfettamente arredata con armadio, scrivania, lettino, tappeti e quadri adatti all’ambiente dei piccoli. 

Purtroppo, però, se sono molti, anzi troppi, i televisori, i computer, i video giochi e gli strumenti elettronici, presenti nelle nostre case, sono poche le persone che le abitano. Sono poche le attività e le esperienze condivise tra genitori e figli. È scarso il dialogo e l’ascolto reciproco. Altrettanto pochi e spesso lontani, sono i parenti con i quali è possibile dialogare e condividere sia i momenti di gioia come anche i momenti di dolore e tristezza. Ancora meno, o totalmente assenti, sono le amicizie con i vicini di casa. Molto limitate sono, inoltre, le possibilità di uscire liberamente da queste case anche solo per andare nel cortile o nella strada sottostante. 

Se un bambino è soddisfatto dell’amore e delle attenzioni dei suoi egli si lega all’ambiente fisico nel quale ha vissuto emozioni, scoperte, giochi, affetti. In questi casi i tanti momenti di piacere e gioia provati anche solo in un angolo della sua stanza o del balcone eletti a spazi di gioco, gli fanno vedere come preziosa la sua casa, per cui, quando a causa di un trasloco perde questi spazi pregni di sentimenti ed emozioni, oltre che di molti personaggi creati dalla sua fantasia, egli se ne rattrista notevolmente. Il suo dolore è molto simile al lutto: con segni di depressione, rabbia, senso d’impotenza, difficoltà di riadattamento, nostalgia e idealizzazione del luogo perduto. In altri casi, invece, quando la sua casa è invasa e scossa da prevalenti emozioni negative: vuoi a causa di una mancanza di dialogo e comunione tra i vari membri della famiglia, vuoi per i conflitti tra i genitori, vuoi per gli eccessivi e stressanti rimproveri e punizioni, in tutti questi casi egli desidera ardentemente allontanarsi dalla sua casa, in quanto vista come luogo di conflitti, tristezze e dolori. 

 

Nel racconto di Michele, effettuato a commento di un suo disegno spontaneo troviamo quanto appena detto:

 

Una casa in campagna.

 

‹‹C’era una volta un bambino il quale un giorno ebbe un’idea: “Andiamo ad abitare in campagna”. Nella città la casa era brutta, non dormiva la notte. I genitori dissero: “Aspettiamo fino a domani”. La ditta dei traslochi mise tutto negli scatoloni e si trasferirono. Il bambino poteva scorrazzare come voleva e riposarsi nel fresco degli alberi. Era contento. Anche i suoi erano contenti. “Hai avuto un’idea geniale”, gli dissero. Comprarono lampade e vestiti nuovi adatti alla campagna. Il bambino cambiò scuola e visse felice in questa nuova casa. Il bambino non aveva fratelli ma aveva degli amici. I suoi genitori erano felici del trasloco e fecero delle nuove amicizie. Anche loro erano più rilassati››.

 

Michele, come tanti bambini che soffrono, ricerca attorno a lui e vicino a lui i motivi della sua sofferenza. In questo caso egli li identifica nella vita frenetica, e a volte disumana, della città (Nella città la casa era brutta, non dormiva la notte). Per cui la soluzione più logica che egli vede è quella di allontanarsi dall’ambiente cittadino per godere della serenità della campagna (Il bambino poteva scorrazzare come voleva e riposarsi nel fresco degli alberi). Questa immaginata soluzione risulta felice sia per lui che per i suoi genitori, i quali, nel nuovo ambiente bucolico, hanno la possibilità di riacquistare la serenità che prima non possedevano (Era contento. Anche i suoi erano contenti. ‹‹Hai avuto un’idea geniale›› gli dissero. Anche loro erano più rilassati). 

Le città

 Per quanto riguarda le città queste, a causa della speculazione edilizia e della prevalenza data ai mezzi di trasporto, agli uffici, alle attività lavorative e commerciali, sono state strutturate come ambienti poco adatti ai bambini e alle loro esigenze di movimento, di libertà, di contatto con la natura, di momenti di socializzazione con gli altri coetanei. Nelle città è sempre più difficile per il bambino muoversi, perché egli non si può spostare da solo per i pericoli che effettivamente egli corre, ma anche per le paure dalle quali sono condizionati gli adulti. Non passa giorno, ma anche ora, che i mass-media non parlino, enfatizzandole e drammatizzandole al massimo, di qualche triste fatto di cronaca. Ciò sicuramente non rassicura i genitori, soprattutto quelli più ansiosi. Pertanto nelle nostre città si è instaurato un clima di diffusa insicurezza, che esclude ormai, di fatto, la libera circolazione dei bambini. I loro contatti con la natura e con gli amici, sono sistematicamente mediati dagli adulti, i quali per altro ‹‹non hanno tempo››. Non hanno tempo e disponibilità a stare con i figli in parchi sicuri e vivibili. Non hanno tempo di andare con loro al mare o in campagna. Non hanno tempo e voglia di accompagnarli nelle case dei vicini e degli amici, i quali, tra l’altro, sono anche visti con sospetto e come fonte di pericolo. L’abitare urbano è diventato soltanto il tragitto per andare in auto a scuola e per tornare (Campanini, 1993, p. 31),[1]o, al massimo, per effettuare una delle tante attività sportive nelle quali sono inseriti i bambini.

 

 

Tratto dal libro di Emidio Tribulato "Il bambino e l'ambiente" -(Volume unico)

Per scaricare gratuitamente questo libro clicca qui.

 

[1] G. CAMPANINI, Il bambino nella famiglia tra gratificazione e disagio, cit, p.31.